giovedì 29 settembre 2011

E TI VENGO A CERCARE di F. Battiato


E ti vengo a cercare
anche solo per vederti o parlare
perché ho bisogno della tua presenza
per capire meglio la mia essenza.
Questo sentimento popolare
nasce da meccaniche divine
un rapimento mistico e sensuale
mi imprigiona a te.
Dovrei cambiare l'oggetto dei miei desideri
non accontentarmi di piccole gioie quotidiane
fare come un eremita
che rinuncia a sé.
E ti vengo a cercare
con la scusa di doverti parlare
perché mi piace ciò che pensi e che dici
perché in te vedo le mie radici.
Questo secolo oramai alla fine
saturo di parassiti senza dignità
mi spinge solo ad essere migliore
con più volontà.
Emanciparmi dall'incubo delle passioni
cercare l'Uno al di sopra del Bene e del Male
essere un'immagine divina
di questa realtà.
E ti vengo a cercare
perché sto bene con te
perché ho bisogno della tua presenza.

martedì 27 settembre 2011

UN HOMBRE DE A PIE Por Omar Villasana


Soy un hombre de a pie
que se sostiene con las manos.
Soy un hombre de a pie
que camina con los ojos.
Soy un hombre de a pie
que añora un andar pausado.
Soy un hombre de a pie
que escucha con atención
el paso de los otros.
Y lo admito
como buen hombre de a pie
también tengo sueños
de pie [s] alados.

giovedì 22 settembre 2011

La signora di Shanghai


Nell’estate del 1946, il poliedrico Orson Welles era impegnato nell’allestimento del musical teatrale “Il giro del mondo in 80 giorni” quando, a causa di un’improvvisa necessità di denaro, contattò il boss della Columbia Pictures, Harry Cohn, affinché gli inviasse la somma di cui aveva bisogno; in cambio, Welles promise di realizzare per lui un film tratto dal libro “If I die before I wake”, di Sherwood King (un romanzo che Welles non aveva neppure letto). Il risultato fu “La signora di Shanghai”, un noir scritto, prodotto, diretto e interpretato dal genio di “Quarto potere” accanto a sua moglie Rita Hayworth, la superstar di “Gilda”. Tuttavia Cohn, per nulla soddisfatto del prodotto, tenne il film in magazzino per oltre un anno, tagliando quasi un’ora di pellicola rispetto alla versione originale di Welles.

Al di là delle sue travagliate vicende produttive, “La signora di Shanghai” rimane un’opera di indubbia suggestione: un trionfo del barocchismo di Welles, che prende spunto da una storia torbida e complessa per costruire un vertiginoso film noir ricco di sorprese e di colpi di scena. Welles, inoltre, si riserva il ruolo del protagonista Michael O’Hara, marinaio irruento e un po’ ingenuo, che perde la testa per l’affascinante Elsa Bannister (Rita Hayworth) e si accorge troppo tardi di essersi infilato in una trappola mortale; mentre la Hayworth, con i capelli corti e tinti di biondo, disegna il ritratto di un’affascinante quanto misteriosa femme fatale. Ma il personaggio più riuscito del film è probabilmente l’astuto avvocato Arthur Bannister (interpretato dall’attore Everett Sloane), la cui ambiguità morale è simboleggiata dal suo handicap fisico (Bannister è zoppo e cammina appoggiandosi a un bastone).

Raccontato in flashback dalla voce fuori campo del protagonista, secondo il classico topos di tanti noir degli Anni ’40, “La signora di Shanghai” è ricordato ancora oggi per alcune sequenze cult entrate di diritto nella storia del cinema: il corteggiamento fra O’Hara ed Elsa nell’acquario di San Francisco, la fuga di O’Hara nel teatro cinese e soprattutto il finale mozzafiato all’interno del labirinto degli specchi di un luna park, con le immagini dei personaggi che si riflettono e si moltiplicano, quasi a simboleggiare la vittoria dell’illusione sulla realtà. Una curiosità: lo yacht usato nel film è lo Zaca, di proprietà di Errol Flynn.

Terra mia

Questa terra mia
di case bianche perse nell’azzurro…
terra di sole, terra di calore,
un angolo di mondo sonnecchiante,
quattro biciclette in fila per le strade,
macchie di verde selvatico tra gocce di sangue rosso vivo.
Terra di profumi e odor di pane,
terra di Santi e di peccatori…
di marinai e di pescatori…
Questa terra mia
quadrato di campagne e triangoli d’olivi abbandonati,
voce di contadini e lune tonde
tra merletti di stelle appollaiate nella notte.
Testarda terra mia
di camini accesi e odor di brace
di bambini in corsa dietro un pallone impolverato…
Terra di sale e di pietra
Terra di ricordi e di speranze
Pelle ruvida di rocce ardenti
e prati unti di rugiada…
Terra di antiche solitudini
come fondi di pozzi abbandonati
di vicoli sconnessi come pensieri…
(Alex)

giovedì 15 settembre 2011

Pescatore di stelle

Perso
come un lenzuolo nel vento
girandola bianca
che vorrebbe sedurre le stelle…
Ho perso l’olfatto e la misura
le mie bilance e…
dal recinto i sagittari fuggono sull’acqua
li ritrovo stesi a prendere il sole all’orizzonte…
Ho perso le nuvole del ricordo
e la speranza invecchia ogni volta che la guardo…
Cerco un punto romantico
e trovo solo pezzi di carne e di sale con cui mi posso divertire…
ma rinuncio all’attimo fuggente…
Qualcuno sorriderà e affogherà sul seno dove io non oso…
Semplici complicazioni…semplici i pensieri delusi dal vento leggero
che sfiora e non tocca…
Perso
mi abbuffo di nuvole
bulimica fame di luce che si annoia nell’oblio
di cartoline lucide in bianco e nero.
Annodo pellicole ai fianchi della tua rosa
e giro intorno alla pellicola del ricordo dei miei venti (20) andati…
Rido
Perso
Rido
e tu lo fai di me…
e ci scambiamo saluti e auguri
attendendo la festa …
il sale che esalti e il rasoio che semplifichi…
Un po’ di vino buono e…
ti ritrovo accanto…
(Simone Felix)